La subacquea e i bisogni dell’uomo

La scala dei bisogni, o piramide, di Maslow risale al 1954 ed è ormai pressoché nota a tutti. Vediamo se funziona per la subacquea.

Maslow ha categorizzato i bisogni dell’uomo –e della donna si spera!- in una scala gerarchica delle motivazioni che lo muovono. Partendo dal basso, man mano che l’uomo soddisfa i bisogni primari le sue esigenze salgono di livello e quindi il passaggio ad uno stadio superiore può avvenire solo dopo la soddisfazione dei bisogni di grado inferiore.  La scala di Maslow è divisa in cinque livelli che, in ordine crescente, sono sui bisogni fisiologici, di sicurezza, di affetto, di stima e, da ultimo, di realizzazione di sè.

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Il modello è molto semplice ed è stato alla base di controversie e di moltissimi studi e applicazione in diversi ambiti.

Mi chiedo ora se questo sia valido anche per i subacquei.

Guardandone all’applicazione sui vari livelli direi di si:

  • Bisogni fisiologici (basic pbysiological needs): bisogni fondamentali dell’uomo senza i quali è morto.
    Valido, questi sono i primi a dover essere soddisfatti in quanto sono alla base della sopravvivenza sott’acqua, come il respirare durante l’immersione e il mangiare e bere subito dopo.
  • Bisogni di sicurezza (safety and security): sono i bisogni che vengono subito dopo che quelli fisiologici sono soddisfatti.
    Valido, i sub hanno bisogno di sicurezza totale e non mancano di attrezzarsi di ridondanti strumenti di salvaguardia della loro vita. Anche la formazione, come l’attrezzatura, gioca un ruolo fondamentale in questo gradino della piramide.
  • Bisogni di affetto (belonging, social activity): bisogni che, se soddisfatti, consentono di essere benvoluti e di creare una serie di relazioni affettive e sociali soddisfacenti.
    Valido, i sub si immergono in gruppo e in particolare con il proprio buddy e tendono ad aggregarsi in club di subacquea, in community scuba e in gruppi localizzati.
  • Bisogni di stima (esteem, status): bisogno di sentirsi apprezzati.
    Valido, i sub amano raccontare le proprie immersioni e cercano spesso la stima degli altri con atteggiamenti precisi e una gestualità condivisa da utilizzare anche sott’acqua. Questo gradino solitamente viene raggiunto con l’esperienza e disponibilità ad aiutare e a consigliare correttamente gli altri sub.
  • Bisogni di auto realizzazione (self-realization, fulfilment): è un’aspirazione individuale che porta all’appagamento del proprio ego.
    Valido, molti sub si autorealizzano ad ogni immersione ben riuscita ma qualcuno tocca la cima della piramide solo con la fotografia subacquea, un record o un brevetto conquistato.

Se però si pensa di aver raggiunto la vetta con la fotografia subacquea si corre un grave errore di valutazione: da quel punto si entra in una nuova piramide di Maslow per la fotosub e a quel punto la nuova vetta sarà ancora molto lontana…

maslow

In quale gradino sei della piramide subacquea?

  1. Massimo Boyer
    |

    Non voglio discutere i capisaldi della psicologia, ma se devo interrogarmi su cosa mi spinge a immergermi, al primo posto metterei la ricerca del PIACERE. Non lo trovo nella piramide di Maslow, ma a me immergermi semplicemente piace, sempre, anche dopo 5000 e piu’ volte che lo faccio… sara’ l’azoto???

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