Safari fotosub – considerazioni scientifiche

Il safari fotosub (SFS), come più volte sottolineato nei precedenti articoli, è una disciplina sportiva con interessanti e notevoli risvolti biologici.

In effetti permette una accurata osservazione diretta è piuttosto completa della composizione ittiologica di una data area marina in un tempo piuttosto breve. Basta pensare che il risultato finale di una sola stagione agonistica della durata di due-tre mesi è la produzione di migliaia di foto di pesci ripresi nel loro habitat naturale.

safari fotosub

 

È ovvio, quindi, come ciò rappresenti uno screening unico ed eccezionale dello stato naturale e biologico dell’area oggetto anche di una singola sfida di SFS. Infatti se consideriamo che la produzione media di una gara è di circa 1.500-2.000 scatti e che in una intera stagione agonistica la produzione è di circa 20.000 foto risulta evidente quanto asserito, ovvero, la valenza scientifica di questa attività e le notevoli possibilità di monitoraggio biologico di una data area che essa rappresenta.

In effetti se ci limitiamo ad esaminare la sola fase finale della stagione agonistica i risultati di quanto affermato risultano ancor più evidenti. Se mettiamo insieme i 40 concorrenti qualificati alla finale del Campionato nazionale, ognuno di questi nei tre giorni di gara realizza circa 200 scatti di pesci che in totale rappresentano una produzione di oltre 8.000 immagini. È evidente che un tale metodo di ricerca fornisce dati e numeri irraggiungibili con qualunque altro sistema a parità di tempo e rappresenta, quindi, un insostituibile mezzo di ricerca e censimento delle specie ittiche nell’area di svolgimento della manifestazione.

Leggete l’articolo completo su Scubazone n. 33

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