Claudio di Manao su Scubazone

Jack non si chiamava Jack, si chiamava Doug, ma non aveva proprio per niente una faccia da Doug.

manao19

Aveva una faccia da Jack, come quello che aveva fatto Shining, per questo tutti lo chiamavano Jack e non Doug. Jack, d’ora in poi lo chiameremo sempre così, era diventato divemaster malgrado le proteste di  Eartha, la sua ragazza. Lei era terrorizzata da tutto ciò che aveva a che fare con l’acqua profonda, il blu dove non si tocca e gli affogamenti. Non solo detestava accompagnare Jack ad immergersi, detestava saperlo in mare, al lago, in piscina, in qualsiasi corpo d’acqua più profondo di un metro. Aveva orrore di ogni millisecondo che lui trascorreva sotto la superficie. Provava una tale repulsione per tutto ciò che esisteva sotto la superficie che neanche mangiava pesce, le faceva schifo. A volte sognava che Jack affondava lentamente con gli occhi aperti verso l’abisso come in quel film strano, quello col pianoforte che cade in mare portandosi dietro una signora con mille sottane e sottovesti, e si svegliava urlando. Allora anche Jack si svegliava. E la mandava affanculo.

Il racconto da cui è sono estratte queste righe, da Subacquei Cattivi, è stato pubblicato su Scubazone 19 (che potete scaricare o leggere on line qui). Claudio Di Manao è uno dei contributori fissi della rivista, i suoi scritti sono presenti su tutti i numeri vecchi.

 

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