Contiamo le meduse

Uno studio internazionale, capitanato dall’Università di Southampton, ha portato alla creazione della prima mappa delle popolazioni di meduse negli oceani.


sci040712071Il dibattito crescente, dovuto soprattutto alle esplosioni demografiche estive e ai loro effetti sul turismo, aveva messo in luce una mancanza di dati su biomassa e distribuzione delle meduse: è difficile parlare di oscillazioni di biomassa se non si conosce quale dovrebbe essere la normale biomassa. Il Jellyfish Database Initiative, abbreviato in JeDI, ha iniziato a mappare la presenza di meduse negli oceani del mondo.

Grazie a dati forniti da scienziati internazionali, il JeDI ha dimostrato che le meduse sono presenti in ogni mare del mondo, con la massima abbondanza alle medie latitudini dell’emisfero nord. La percentuale di ossigeno e la temperatura superficiale dell’acqua appaiono come i fattori principali per spiegare la loro distribuzione.

Le loro fluttuazioni influenzano abbondanza e diversità del plancton, di cui le meduse si nutrono, con effetti amplificati sul funzionamento di tutto l’ecosistema e sulla biomassa dei pesci.

Il progetto è all’inizio, ci vorrà molto tempo per accertare se e come variazioni climatiche, naturali o indotte dall’uomo, possano avere influenza sulle esplosioni demografiche delle meduse.

2 Risposte

  1. Alessandro
    |

    http://meteomeduse.focus.it/
    ll progetto di censimento delle meduse nel mondo avrà una certa rilevanza per estensione geografica. Ma merita certamente rispetto a quello già attiva da anni in Italia ad opera dell’università del Salento in collaborazione con Focus.

    un saluto!

  2. Massimo Boyer
    |

    Certo, in Italia l’universita’ del Salento e’ attiva da anni nel progetto di segnalazione delle meduse nei mari italiani, che ha portato a risultati importanti. Grazie per la segnalazione.

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