Dive computer Cosmiq+. Prova sul campo

Aprendo la confezione del mio Cosmiq+ mi trovo davanti un computer molto colorato, che fin dalla prima occhiata rivela appieno le intenzioni della ditta Taiwanese Deepblu, che sono quelle di offrire un prodotto che possa attirare le nuove generazioni verso l’immersione.

cosmiq

Un prodotto giovane e moderno, un entry level che si localizza al top per alcune caratteristiche offrendo connettività bluetooth e un log book elettronico che permette di condividere subito le immersioni con un network di appassionati.

Il telaio ha un aspetto compatto, robusto ma ragionevolmente piccolo. Due cinghioli tipo NATO, abbastanza lunghi per indossare l’oggetto con una muta stagna, completano il pacchetto. Completano l’offerta un cinturino elastico, due protezioni per il display, il cavetto USB per la ricarica e una comoda custodia.

 

In immersione

Il display è ricco di dettagli e intuitivo, i dati importanti si leggono bene. Abbiamo provato l’oggetto in due settimane di immersioni a Raja Ampat, sito che presenta condizioni diversissime. Lo schermo luminoso si legge molto bene in condizioni di oscurità e di acqua torbida, avvicinandosi alla superficie col sole equatoriale che picchia direttamente nello schermo la lettura può diventare più difficoltosa e a volte è necessario trovare l’inclinazione giusta.

In caso di deco una grossa scritta ci avvisa che abbiamo accumulato troppo azoto, il tempo totale di risalita va cercato tra i numeri in piccolo.

È possibile impostare il Cosmiq+ per l’uso in Nitrox, cosa che non abbiamo fatto. Abbiamo invece provato per brevi apnee il computer nella modalità freedive, che mostra profondità, tempo di immersione, tempo totale e massima profondità, e si rivela utile per l’apneista.

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