Federico Betti su Scubazone 19

Una breve bufera di neve ci accoglie all’uscita dell’aeroporto di Balmaceda, in Cile, circa 1300 chilometri a sud della capitale Santiago.

30 ore di volo ci hanno portato dal caldo e dall’afa del nostro agosto al culmine dell’inverno australe, che a queste latitudini significa temperature intorno allo zero, cielo quasi perennemente coperto e precipitazioni frequenti, prevalentemente piovose. Quattro ore di auto verso nord e verso la costa e arriviamo a Puerto Cisnes, minuscolo agglomerato di casette di legno affacciato su uno delle migliaia di fiordi che come vene d’acqua frastagliano la costa della Patagonia Cilena.

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La causa di questa migrazione inversa, dal caldo europeo al freddo australe, è stata la possibilità di partecipare ad una spedizione di ricerca che ha l’obiettivo di studiare a fondo questi fiordi; il nostro compito è stato quello di osservare per primi gli animali che popolano i fondali rocciosi della zona, un’occasione troppo ghiotta da rifiutare, pur sapendo le condizioni piuttosto estreme a cui saremmo andati incontro.

Leggete il resto scaricando Scubazone n.19. o sfogliandolo on line.

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