Gli obiettivi dell’istruttore

La didattica subacquea ha standard, brevetti, materiali, organi di controllo, eppure nella pratica continuiamo a vedere subacquei mediocri. Perché per tanti neosub svuotare la maschera resta un problema? Perché ci sono subacquei tecnici che scordano tecniche basilari? Dipende dall’istruzione ricevuta?

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Qualsiasi corso di primo livello copre almeno 6 dei 10 miglioramenti desiderati per l’immersione subacquea, secondo DAN, eppure i risultati sono scarsi.

10 miglioramenti desiderati per l’immersione secondo il DAN:

  1. Pesata corretta
  2. Miglior controllo del galleggiamento
  3. Più attenzione alla pianificazione dei gas
  4. Miglior controllo della velocità di risalita
  5. Uso delle checklist
  6. Riduzione degli infortuni per mancata compensazione
  7. Attenzione alla salute cardiovascolare
  8. Immersione più frequente (o preparazione pre-immersione)
  9. Maggiore attenzione ai limiti
  10. Meno problemi con l’attrezzatura / manutenzione

Non sono tutte cose che dovrebbero essere insegnate nei corsi? In realtà l’istruttore le insegna, ma gli studenti non le imparano, o non le mettono in pratica.

Una domanda per iniziare: cosa significa “imparare”?

Il resto è su Scubazone n. 40

 

  1. Fabrizio
    |

    Secondo me la colpa è del fatto che oggi è sufficiente dare all’allievo le nozioni che ogni didattica prevede affinché questo possa conseguire il brevetto, sia che le abbia apprese oppure no. Una volta ( il mio primo brevetto risale al 1979) a fine corso ( Dias / FIPS ) c’era un vero e proprio esame con tanto di bocciatura se non completavo un esercizio ( un mio compagno fu bocciato per non aver passato la prova di sostentamento con 5 kg ). Sicuramente bocciare fa allontanare la gente e quindi diminuire i guadagni.

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