Il fantasma dei coralli morti

Lo spirito, o fantasma dei coralli morti era l’entità in assoluto più temuta dagli equipaggi del Mar Rosso. All’inizio molti Rais avevano dubbi. Era strano per loro collegare un danno al reef per una manovra sbadata all’ira funesta, alla vendetta che si scagliava sulle loro barche.

Ma una serie di misteriosi malfunzionamenti, e qualche affondamento, tutti accaduti dopo aver danneggiato accidentalmente la barriera, instillò un diffuso sospetto. All’inizio si convinsero tutti che si trattasse di uno spiritello un po’ stronzo che colpiva a casaccio.

coralli morti

L’attacco immediato dello spirito dei coralli iniziava spesso con un urlo angoscioso che partiva dalle viscere della barca e saliva su fino al sundeck. Era, quello, un grido che sapeva di orrore, di fasciame ritorto, di calafataggi scomposti, di zampilli d’acqua salata nel vano motore, di scarafaggi che cominciavano a debordare a sciami neri. L’urlo dello scafo era subdolo come il lamento di un gatto che imita il pianto di un bambino. Finito di urlare, lo spirito dei coralli morti arrivava strisciando come Popobawa e s’infilava in forma d’acqua salata nelle cuccette e nelle cabine. Oppure  aspettava covando, per salire su di punto in bianco dal vano motore, con una fumata nera come l’inferno.

Tenerlo lontano, dopo che la barca aveva solo sfiorato la barriera, era impossibile. Anche se lo scafo avesse retto, nel giro di una settimana la sventura si sarebbe abbattuta inesorabilmente. Se la sarebbe presa con l’impianto elettrico, coi cilindri, col parastrappi, o con l’elica.

L’articolo completo su Scubazone n. 44 

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