Il relitto del Salem Express

Il Salem Express fu varato in Francia nel giugno 1965 con il nome di “Fred Scamaroni”, esponente della resistenza francese nella seconda guerra mondiale. Il proprietario della nave era la Compagnie Generale Transatlantique. Era un traghetto  per veicoli e passeggeri nel Mediterraneo. Nel giugno 1966, iniziò a navigare la sua prima rotta tra Marsiglia e Ajaccio dopo un ritardo dovuto a un incendio nella sala macchine. La nave era lunga 115m e larga 18m. Fu venduta nel 1988 alla compagnia di navigazione Samatour e cominciò a fare viaggi tra Safaga e Jeddah con il nome di ‘Salem Express’.

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Nel 1991 iniziò il suo solito viaggio di 450 miglia da Gedda, Arabia Saudita a Safaga, Egitto.

Il viaggio durava circa 36 ore, l’intenzione era di scaricare 350 passeggeri a Safaga prima di dirigersi a Suez.

Questa rotta era un programma standard dal 1988. Tuttavia, la partenza della nave fu ritardata di 2 giorni in Arabia Saudita a causa di un guasto meccanico.

Il 14 dicembre 1991 stava tornando da Jeddah con centinaia di pellegrini che erano appena stati alla Mecca. Una tempesta soffiava e le persone sui ponti esterni si stavano inzuppando, così il capitano decise di stare vicino alla costa per guadagnare tempo, rispetto al percorso lungo le scogliere esterne. Sfortunatamente, il capitano giudicò male la loro posizione, e alle 23:31 si imbatté in un pinnacolo esterno di Hyndman Reef. Il risultato fu disastroso.

Non solo l’acqua entrava da un buco nella fiancata di dritta, ma l’impatto provocò l’apertura del portello di carico di prua, lasciando entrare migliaia di litri d’acqua. Quasi immediatamente il traghetto iniziò a sbandare a dritta, rendendo impossibile per l’equipaggio l’utilizzo delle scialuppe di salvataggio.

Il Salem express sotto il comando del capitano Hassan Moro, che aveva il comando dal 1988, affondò in 20 minuti dall’impatto con la barriera corallina. Molte persone morirono intrappolate nel relitto. A causa di una forte tempesta e del fatto che la tragedia è avvenuta a più di un’ora dal porto, in piena notte, le barche di salvataggio arrivarono quando ormai era tardi. Più di 180 sopravvissuti dovettero nuotare fino alla riva. La perdita di vite umane fu considerevole, con la cifra ufficiale di 464, ma gira voce che la nave fosse sovraccarica e che il bilancio delle vittime fosse più vicino a 1200. Molti corpi furono recuperati dopo l’affondamento.

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