La memoria del lionfish

L’invasione Caraibica dei lionfish continua.

A partire dagli anni ’80 i lionfish, tipici dell’Indopacifico (si tratta in effetti di due specie, Pterois volitans del Pacifico e Pterois miles dell’oceano Indiano) si sono diffusi nell’oceano Atlantico occidentale e in particolare nel mare dei Caraibi.

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L’invasione è iniziata probabilmente per il rilascio di animali tenuti in acquari domestici, i pesci si sono ambientati, hanno iniziato a riprodursi, e al momento sono considerati una minaccia per la fauna ittica locale. È in corso un tentativo di eradicazione, che viene svolto anche dalle guide dei diving center, usando arpioni a asta lunga manovrati a mano per uccidere e rimuovere fisicamente tutti gli Pterois incontrati in immersione.

Uno studio condotto recentemente alle Bahamas, mostra che questa attività umana sta cambiando il comportamento del lionfish.

In dettaglio, dove viene cacciato, il lionfish sviluppa abitudini più notturne, durante il giorno si nasconde più profondamente nei crepacci sul reef, infine mostra atteggiamenti difensivi a una distanza maggiore se viene avvicinato dai sub.

I lionfish sono per natura cacciatori crepuscolari, ma nelle aree in cui non sono cacciati catturano prede anche durante il giorno.

La cosa interessante è che i ricercatori ammettono che lo scampare a un tentativo di eradicazione o solo il vedere un conspecifico attaccato con l’arpione dai sub (apprendimento sociale) è probabilmente memorizzato dal pesce che diventa più prudente nei confronti dell’uomo.

È una cosa che chi fa fotografie sa benissimo, dove i pesci non temono l’uomo si lasciano avvicinare molto di più, tutti i pesci. Ma la scienza ufficiale fa ancora fatica a riconoscere che i pesci possano memorizzare, apprendere, cambiare le proprie abitudini.

E intanto lo Pterois si riproduce…

  1. Alessandro
    |

    Si concordo su quello che e stato scritto. Io sono uno di quelli che arpina i linosfisch con “hawaiane” ed effettua i corsi per lionsfisch hunter.

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