La Sardine Run del Pacifico messicano

 Uscendo al mattino presto sul Pacifico attraversando l’immensa Bahia Magdalena sotto migliaia di gabbiani, pellicani, sterne, cormorani e altri uccelli in volo, si capisce subito che ci troviamo in un ambiente ricchissimo di vita. È incredibile pensare infatti che questa baia possa sfamare ciascun uccello che vediamo con quasi mezzo chilo di pesce ogni giorno! Se anche fossero solo 10.000 uccelli, parliamo di 5 tonnellate di pesce al giorno. Il motivo è là fuori. Lasciando l’imboccatura della baia si naviga ancora per una decina di miglia fuori costa. Il mare è calmo, la temperatura dell’acqua intorno a piacevoli 25-26 gradi.Alcuni pescherecci comunicano al nostro comandante la posizione di grandi banchi di sardine, parlano di branchi che si estendono sulla superficie dell’oceano per intere miglia. Questo spettacolare fenomeno naturale si svolge ogni anno tra settembre e novembre sui 24 gradi di latitudine Nord al largo delle coste della Baja California, quando le sardine si spostano per la loro migrazione riproduttiva stagionale. Un tale assembramento di prede non può che attirare un grande varietà di predatori.

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Appena siamo vicini, notiamo un turbine di uccelli, soprattutto Sule dalle zampe azzurre, che si tuffano a rotazione su una macchia nera che spicca nitida sul blu dell’Oceano. Le Sule sono un altro animale straordinario da fotografare durante questo grosso banchetto: si tuffano da 20 metri d’altezza entrando in acqua come frecce a 120 kmh e così riescono a immergersi fino a 5 metri di profondità penetrando nel branco e riuscendo sempre a catturare almeno una sardina. Nella brezza fresca e secca del mattino riusciamo persino a sentire l’odore delle sardine sotto di noi: le mucose di milioni di pesci affiorano in superficie e pervadono l’aria.

Ci prepariamo ad entrare solo con muta, pesi, maschera, pinne e macchine fotografiche. Appena entriamo in acqua si apre lo scenario: nel blu limpido e profondo vediamo sospeso un enorme banco compatto di pesci d’argento che si perde alla vista verso i 30 metri in basso. Intorno, attraverso, sopra e sotto scorgiamo subito grandi marlin iridescenti, leoni marini, dorados, delfini, tonni, uccelli. Incredibile: l’azione è quasi disorientante, la quantità di pesci e specie diverse è ipnotizzante, ci vuole qualche secondo per orientarsi, guardare le espressioni nelle maschere degli altri e abituarsi alla scena. Le sardine appaiono compatte e si muovono come fossero un unico essere vivente, unica difesa istintiva per evitare di non esporsi individualmente e per cercare di disorientare alcuni predatori. Siamo nel mezzo di un set da documentario, le macchine cercano di inquadrare l’ampio spettacolo, ma i soggetti più interessanti guizzano e scompaiono tra le sardine. C’è tempo per fotografare, occorre prima gustarsi un po’ quello che accade davanti alla maschera, capire la dinamica e le giuste angolazioni per gustarsela.

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