La Topolino rossa della Gabella

Concentrato e allo stesso tempo emozionato, configuro l’attrezzatura tecnica in modo minuzioso: stiamo per affrontare un tuffo che ci porterà su un relitto, mai visto prima, ma narrato durante le bevute post-immersione come una leggenda.

gabella

Fino a qualche anno fa, ogni avventura vissuta e raccontata dai sommozzatori più esperti, lasciava noi subacquei neofiti alle prime esperienze esterrefatti ed incollati alla sedia del tavolino del bar, suscitando curiosità ed eccitazione, ma anche consapevolezza della difficoltà della missione, che forse mai saremmo stati in grado di affrontare emozionandoci a tal punto.

Avete mai ascoltato un nonno raccontare una storia di avventure al proprio nipote con enfasi e camuffando la voce ipnotizzandolo così tanto da farlo sognare ad occhi aperti e catapultandololo nella scena come l’eroe protagonista? Allo stesso modo, quei subacquei, anche se notevolmente “facilitati” da dosi massicce di luppolo in forma liquida, mi hanno permesso di tornare bambino, di desiderare e realizzare i miei sogni uno alla volta. E non è ancora finita: obiettivo di oggi è la Topolino Rossa della Gabella.

Come descritto nel racconto del numero 42 ” La Giardinetta del Pinzone”, il Lago Maggiore e le sue strade tortuose a picco sulla costa sono state teatro di plurimi inseguimenti tra forze dell’ordine e contrabbandieri. Oggi mi trovo in località Gabella, zona residenziale del paesino di Maccagno sito sulla sponda Est del Lago Maggiore, ad una manciata di chilometri dal confine Italo-Svizzero. In prossimità del minuscolo porticciolo, adiacente ad un grazioso ristorante, attiriamo la curiosità dei turisti che d’estate invadono la piccola località, intenti a sorbire il loro aperitivo ghiacciato.

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