Subacquea: effetti collaterali

“Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare che ti chiamerà.” Così scrive Alessandro Baricco. E mi ritrovo in queste sue parole, da cui prendo spunto per tutta una serie di effetti collaterali che nascono dal praticare un’attività subacquea sana e consapevole, vissuta in modo giusto e completo. Andar sott’acqua è una cosa meravigliosa: l’uomo ha sempre subito il fascino dell’immersione; ma son sempre una minoranza coloro che riescono veramente ad apprezzare e farsi prendere da tutte quelle emozioni che si scatenano sott’acqua, anche solo facendo snorkeling, purché avvolti dal mare in un fluido abbraccio.

effetti collsterali

 

La prima sensazione, probabilmente istintiva, che provai la prima volta che misi una maschera sugli occhi (ero solo un ragazzino e credo non la dimenticherò mai), è legata ad una delle principali caratteristiche dello Stretto di Messina, da sempre il mio mare: la sua profondità. L’abisso incute sensazioni forti, aggressive, stimolanti.

Poggiai la maschera sul viso e immersi il volto, e fu un tutt’uno di gioia e stupore; subito dopo, a pochi metri dalla battigia, subentro però una sorta di affascinante e incombente timore: la vista di un blu così intenso e invadente, mi turbò al punto da segnarmi per sempre; una cicatrice indelebile si scolpì nella mia coscienza e da quel giorno l’attività subacquea sarebbe diventata la mia principale passione per vivere due mondi anziché uno solo. Un gran privilegio per un animale terrestre come l’uomo. Il mio esempio è uno dei tanti, perché molti di noi, amanti del mare, siam rimasti stregati da quei primi effetti provocati dalla prima visione del mondo avvolto nel blu.

 

“L’infinito dei nostri sogni è ugualmente profondo nel firmamento e sotto le acque” scrive Gaston Bachelard. E i nostri sogni si perdono sott’acqua, dove l’ignoto è davanti a te, dove si scatena tutta una serie di sensazioni forti che si susseguono senza darti pace, specie la prima volta che ti ci trovi di fronte. I raggi solari che sfondano e attraversano la superficie del mare, per poi penetrare gradualmente verso la profondità, sembrano quasi i segna via di un immaginario sentiero verso il nulla. Un sentiero che puoi temere per molto tempo ma che poi percorri come fosse la strada di casa, per immergersi e carpire quanto più possibile un ambiente affascinante e misterioso e che non ci appartiene, nel quale siamo ospiti e verso il quale dobbiamo sempre portare rispetto. Ma è anche vero, come disse J.Y. Cousteau, che “il mare non può svelare i suoi segreti in uno spazio di tempo breve”. Certo che no. Allora viviamolo per tempi lunghi, facciamo in modo che la nostra attività subacquea ci accompagni per lunghi anni in modo da godere appieno delle meraviglie del blu. E facciamo in  modo che gli effetti collaterali di questa attività ci aiutino a superare le difficoltà del frenetico vivere moderno.

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