Come il silenzio della notte cala, quando tutto tace, nel momento in cui i rumori scemano, le voci si fanno flebili, quando l’oscurità avvolge ogni cosa che giace assopita, cosi è il lago, dopo il calare del sole, silenzioso, fermo, impenetrabile quasi misterioso.
Frugo nella mia mente, le sensazioni che provo respirando nel gelido liquido lacustre: i brividi, non di freddo, che avverto, sono di grande eccitazione e adrenalina pura: ci stiamo immergendo sulla ” Viennetta”.
Avete presente la famosa torta gelato, quella che appena la rompi col cucchiaino senti lo stesso rumore degli scarponi che scricchiolano camminando sopra la neve?! Ecco, la parete che andremo a visitare ha la stessa consistenza degli strati dolci e compatti di questa golosa delizia.
Le pietre sottili, aguzze, come lame taglienti, conficcate nel terreno, danno una sensazione di tanti ventagli messi uno vicino all’altro, separati tra loro solo di pochi centimetri, con precisione e accuratezza.
Tutto questo per un centinaio di metri in orizzontale e una ventina in verticale:
quando la natura si manifesta con cosi tanta bellezza non si può che rimanere ad osservare rapiti.
Un istruttore un paio di anni fa mi disse: “Se tante persone arrivano da così lontano per immergersi sulla “Viennetta” significa che è una delle più belle immersioni del Lago Maggiore”.
In effetti, ogni fine weekend, Punta Granelli di Castelveccana, viene presa d’assalto dai subacquei di mezza Lombardia, dai vicini piemontesi e anche da numerosi subacquei Elvetici.
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